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Da:
BLOW UP (23 Aprile 2000)
Saporito pasticcio di elettronica casalinga,
pop affetto da labirintite acuta e muzak per ospedali psichiatrici, con
un retrogusto di "ricottina wave" che il nostro raffinato gourmet Vignotto
saprebbe ben apprezzare, la compilation del Rotor Audio Club è
un limpido esempio di come certe malcelate personali follie, se lasciate
emergere senza remore in superficie, possano quasi inspiegabilmente trasformarsi
in musiche tanto improbabili quanto divertenti ironica, ingenua e mai
tediosa, questa Music for Tourists è una raccolta dal suono fortemente
omogeneo (tant'è che ci viene da pensare che nonostante i molti pseudonimi
utilizzati, in realtà siano ben poche le identità che danno effettivamente
corpo al progetto), costellata di riferimenti, più o meno involontari,
a certa estetica del grottesco che ha prodotto i suoi migliori frutti
a cavallo fra gli anni settanta ed ottanta, specie in California (Residents
ed affini, Los Angeles Free Music Society, Subterranean Records).
La provvisorietà della struttura di questi
sedici brani non scalfisce il loro potere di generare diletto con semplicissime
stratificazioni di ciarpame sonoro (dalle scariche elettrostatiche ai
cori degli Orfanelli Antoniani dei Padri Rogazionisti di Desenzano sul
Garda) ma anche attraverso il lucido utilizzo di nastri, drum machines
e varie altre amenità che sembrano quasi per incanto connettersi a certa
"do-it-yourself-music" dei primissimi anni ottanta (chi si ricorda le
produzioni della Trax Records di Vittore Baroni?) (7) (Massimiliano
Busti)
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Da:
TIME OUT Roma 18 - 24 Maggio 2000
- Vortex Vulva, Sonic Pedalo
e Larsen Lombriki. Sono alcuni degli interpreti della compilation
musicale Music for tourists, un ciddì con sedici brani e dieci diverse
copertine, prima uscita pubblica del Rotor Audio Club. A sentire gli
ideatori, che si fanno spesso ospitare in via dei Banchi Vecchi 57 dalla
libreria Odradek, "Rotor Audio Club è un villaggio turistico inesistente,
un campo di vacanze forzate per cassaintegrati occidentali, un luogo
per se stessi, inessenziale alla sopravvivenza". Così sono nate Impossible
Princess, sinistra ballata per la morte di lady Diana, e Plancton picnic,
con le musiche dei videogiochi. I sogni e le sofferenze dell'animale
metropolitano si rincorrono nei testi demenziali degli artisti romani
coinvolti nel progetto, da Alienazione deportata in ambienti bucolici
a Jingle di balera dai conati jazz. Fino al destino
crudele e possibile del protagonista di Friday. un disoccupato tanto
preso dai suoi pensieri da non notare un semaforo rosso, finire investito
e rimanere paralizzato a rimpiangere i tempi felici del precariato.
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