Un concerto di musica
d’avanguardia
a Forte Prenestino. CACOFONIA REGGAE,
Studi Ricerche Contemporanee?
Mille persone sono accorse
ma nessuno
ha veramente capito ciò di cui è stato testimone.
Domenica
15 giugno si è svolto dalle 13.00 alle 2.00 del mattino al
C.S.O.A. Forte Prenestino, a Roma, una maratona-happening cacofonica.
La giornata era stata pubblicizzata (manifesto molto classico con
i tre colori della bandiera giamaicana sullo sfondo) come un mega
raduno all’aperto: il Reggae Sound Splash, con la partecipazione
dei 12 Sound Systems (DJ + altoparlanti) migliori d’Italia.
Nessuno poteva sospettare nulla, neppure io che sono abbastanza
scaltro, ma un vago sentore di “avanguardia” l’ho
avvertito quando, in prossimità dell’entrata, sono
stato avvicinato da un vecchio dal look molto eccentrico (posso
ricordare che aveva due orecchie appuntite lunghe almeno 20 centimetri,
e dei grossi denti di cui uno centrale ricoperto d’oro), che
mi ha chiesto: “Cos’è questo rumore?”.
Dopo questo enigmatico preludio, entro nel centro sociale e sono
letteralmente “invaso” dal suono: un rombo Dub, elettrizzante,
un turbine di battiti in controtempo.
Nelle due piazze d’armi di questo ex-deposito munizioni, i
12 Sound Systems suonavano i loro dischi contemporaneamente, l’uno
vicino all’altro (da un minimo di 3 a un massimo di 10 metri),
così vicini che le singole musiche si mescolavano e il “tutto”
giungeva alle orecchie come se ci fosse un unico immenso Sound System,
il tredicesimo (2.000 Watt x 12 = 24.000 Watt ?).
Miei cari lettori, ho subito sentito puzza di marcio. Quando poi
ho visto quei tipi di Studi Ricerche Contemporanee (un’organizzazione
internazionale senza scopo di lucro che si occupa di musica contemporanea),
che si aggiravano loschissimi ridacchiando, ho capito TUTTO: c’era
un altro livello di ascolto, il cosiddetto “ascolto di transito
periferico aperto”, del quale ho già ampiamente trattato
nel saggio: Nature, A Rather Uncomfortable Combination, Bombay,
Un. Press, 1965.
Se volete capirne qualcosa di più compratelo, razza di beoti
che siete. Per concludere vorrei spendere due righe per Studi Ricerche
Contemporanee, che hanno organizzato TUTTO e non hanno neppure messo
il loro nome sui manifesti, che bravi ragazzi, agiscono nell’ombra,
per regalarci questi alti momenti culturali, quale purezza.
(Incerto Eco)