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Larsen Lombriki
 

album:
> Free from deceit or cunning
(snowdonia/rotor audio club, 2005)

> Glad to be here
(snowdonia/rotor audio club, 2000)
> recensioni

compilation:
Music for tourist (rotor audio club, 1999)
> recensioni

Magika Roma (Wot4, 2001)
> recensioni
“?-!”, Aleatory Productions 2003.
"lupinaria uccide!" (VDC) 2003
“Vegetable Man Project Vol. 3”, Oggetti Volanti Non Identificati 2004.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
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  recensioni
LARSEN LOMBRIKI :: "GLAD TO BE HERE" :: R.A.C./SNOWDONIA 2000

Da: Rockerilla

"Ancora due (si riferisce anche a Duozero ndr) produzioni snowdonia per rimettere in discussione tutte le aspettative che si possono nutrire in campo musicale; suoni talmente fuori da ogni schema logico da rendere azzardato ogni tentativo di classificazione. Prendiamo i Larsen Lombriki, con la loro estetica mezzo demenziale e mezzo cocktail party band, cui si aggiunge l'enigma della loro identità (non si capisce neanche bene se siano in quattro o in cinque, dal momento che a quattro soprannomi di fantasia la line-up aggiunge un "più uno" che potrebbe essere uomo, macchina o androide a scelta). Ebbene, la loro miscela sonora rivela tutt'altro, musica che libera una quantità di energia ai minimi della sopravvivenza, come potrebbero concepirla dei Velvet Underground (si presume) romani già in piedi alle sei del mattino sotto una potente sciroccata. Voci e strumenti che si nascondono in anfratti malcelati, magari dietro al pigro ritmo di una drum machine, e l'icona di Syd Barrett a mezza luce, non tanto per la strepitosa ed irriconoscibile versione no wave di "Lucifer Sam", quanto per brani come "On the Roof", che dilatano con attitudine estremista le atmosfere di "The Madcap laughs" fino allo sfinimento." Enrico Ramunni

 

da: I-D Box
(www.i-dbox.com)

Romani, pigri, lugubri, allegri, decomposti. Canzoncine barrettiane, suite per sintetizzatori giocattolo. Psichedelia mortuaria e tanta allegria. Forse non esistono neppure ma se esistessero sarebbero senz'altro pigri ed indolenti. Il loro disco di esordio si chiama "Glad to be here", ma protrebbe anche chiamarsi in un altro modo, chi se ne importa?

 

Da: Freak Out (www.freakout)

Larsen Lombriki Glad To Be Here (Snowdonia), Maisie Do You Still Remember When You Found Your IUD In My Nostril? (Snowdonia) Duozero No Programma 1999-2000 (Snowdonia)
Dopo tanto rumore, tante voci, tante ''leggende'', la Snowdonia apre le porte anche a Freak Out. Sapevamo di doverci tenere forte, e questo presentimento non si è rivelato sbagliato. L'etichetta di Cinzia La Fauci, che ha il suo quartier generale a Messina - già questa novità rilevante, in quanto città fuori dai circuiti musicali anche più recenti - fa dell'ironia, del surrealismo, della provocazione i suoi marchi di fabbrica, le armi con cui demolire ogni certezza artistica, ogni etichetta, proponendosi come quanto di più off si possa oggi trovare in giro. Snowdonia è un party sfrenato in cui tutto è lecito, un laboratorio dove la creatività non conosce limiti espressivi - neanche quelli meno canonici -, una filosofia dell'opposto, del paradosso, dell'anticonvenzionale esasperato - con tutti i suoi contro oltre ai suoi pro, attenzione -, uno specchio deformante della realtà, che capovolge tutti, ma proprio tutti i canoni estetici, un paradiso dell'esagerazione, dove i vistosi nudi femminili e le brutture dell'artwork, l'assurdità dei titoli acquistano pregio proprio grazie alle citate chiavi di lettura. Peraltro esplicita è l'intenzione di andare al di là dell'aspetto strettamente musicale, e proporsi come microcosmo culturale, filosofia appunto, dove la nonsense regna sovrana. Chi vuole avventurarsi su quest'autostrada della free form deve però scontare un pedaggio molto rilevante data la stretta vicinanza ai confini della fruibilità. Laddove i Maisie - in cui milita la stessa La Fauci - li superano abbondantemente con le loro cacofonie a bassa fedeltà e i loro stupri estetici assortiti - inascoltabili, ve lo giuro -, Duozero e LL danno già più un senso alle velleità musicali dell'etichetta, offrendo schegge di no-wave che non ostruiscono completamente il passaggio alle nostre capacità critiche. Provocazione come arte o arte della provocazione? Alla prossima puntata... Bob Villani
 

Da: MUSICBOOM (www.musicboom.net)

Ma che bei giochetti... di Luca Pagani


(psichedelia facile, easy-pop, elettronica semplice]

"Stile é suonare oggi come gli altri suoneranno domani", questo é lo slogan di Snowdonia per l'esordio dei Larsen Lombriki. Se il futuro sarà questo, sarà davvero difficilissimo assegnare un genere esistente e definito a cds come Glad to be here.
Ognuno ascolti e da sé verifichi imitazioni illustri, naturalmente a ciascuno l'abilità di scovarne altre oltre a quelle considerate. Meat, Natural Food suona esattamente come Tricky (basso profondo, voce sussurrata, elettroniche sparse), con Minimum Tune si possono ascoltare i Velvet Underground ultima formazione (quelli di Live at Max Kansas City), Suave Murdered ha lo stesso giro di chitarra di una canzone di Battisti di cui non si riesce a ricordare il titolo, Lucifer omaggia in maniera molto pigra i primi Pink Floyd (ricordate Lucifer Sam?) cantati però da Giovanna Cacciola degli Uzeda , Micro Deutche Welle é il solo pattern di una tastierina anni 80, la Casio Sa1 per la precisione. Probabilmente il cd nasconde altre decine di giochetti simili, ma non é il caso di andare a leggerne le piccole istruzioni. Credere però che questo caos sia il Caos rimane un po' problematico per chi ancora abbia un pò di sale in zucca.

 

Da: BOOGALOO RECORDS
(www.boogaloorecords.com)

SW014X CD LARSEN LOMBRIKI - Glad To Be Here 801 6670 633228 Lit. 29.000
Altrettanto deviato (rispetto ai Duozero) risulta l'approccio musicale di Larsen Lombriki. Romani - come afferma la brevissima velina: "lo si può capire dall' intrinseca pigrizia delle loro canzoni" - e vicini al concetto di rock'n'roll. In verità pare che suonino sbadigliandoci sopra, sui quarant'anni di rock'n'roll: vicinanza agli stilemi musicali in questione accompagnata da indolenza totale. Tra le righe ci stanno Peter Thomas come Alan Vega, i Devo, gli Stereolab: solo in versione ebete, che in questo caso vale da complimento.

 

Da: IL MUCCHIO SELVAGGIO (n. 445 - giugno 2001)

Già apparsi in "Music For Tourists". compilation della Rotor Audio Club che proponeva oscuri gruppi dai suoni indefinibili quanto divertenti ed interessanti, i romani Larsen Lombriki si sono affidano alla coproduzione tra la stessa Rotor Audio Club pubblicano una nuova prova musicale che ad un primo ascolto spiazza per come si muove tra generi diversi, organizzando un compendio fin troppo corposo e apparentemente di non facile fruibilità. Ma il fascino di ascoltare un album è anche quello di entrare nel suo complesso mondo in punta di piedi, non dando giudizi affrettati ma concedendo agli artisti di far capire i loro intenti. I Larsen Lombriki sono autori di un percorso che ama citare i Residents, la wave '80, l'elettronica vicina alle sperimentazioni dei Pan Sonic: insomma un frullato che ha un gusto gradevole, anche perché permeato di forte ironia. I musicisti sanno bene che molti ascoltatori li prenderanno fin troppo sul serio, mentre in loro c'è, al contrario, anche una simpatica dissacrazione della musica definita "colta", dalla quale derivano talvolta lavori oggettivamente noiosi. Per apprezzare i Larsen Lombriki bisogna avere un'adeguata predisposizione d'animo poiché solo in questo modo si potrà gustarne la vera essenza. Come dice un famoso spot: per molti ma non per tutti (http://snowdonia.interfree.it). (G.Po.)

 

Da: BLOW UP (n. 30 - novembre 2000)

LARSEN LOMBRIKI Glad To Be Here (ed. Snowdonia) (14t -53:24) Un po' sottotono i Larsen Lombriki della Snowdonia. Non male, ma sembra che manchi loro una tradizione sentita - essendo spesso l'oggetto delle loro deformazioni blues rock e country: musiche non da italiani - che renda efficace la loro aberrazione residentsiana di effetti lanciati nel vuoto, brani che si tendono e si risolvono nella partenza di brani. Anche negli episodi più circensi come Please I am Busy, Please riescono a fare molto meglio quel concentrato di pattumiera che sono i Maisie, di cui è imminente il nuovo, devastato album. (6) (Francesco Vignotto)

 

Da: Rockit

LARSEN LOMBRIKI - GLAD TO BE HERE
Un booklet uscito direttamente da un b-movie anni '70 e il timbro Snowdonia preannunciano qualcosa di strano e assai pericoloso da raccontare, ma non resta che provarci partendo dall'impercettibile sorriso scatenato da un'inquietante foto ravvicinata di alcune formiche con la scritta: "Perché diamine ci sono le formike al posto dei lombriki?"...
Anzitutto servono due piatti (giradischi). Sul primo mettiamo un 78 giri di musica elettrojazz e cominciamo a farlo a 33 giri.
Per il secondo cerchiamo un 33 giri di musica pulp e facciamolo girare a 78 giri. Colleghiamo ora un piccolo mixer analogico a due piste e proviamo a bilanciare casualmente il flusso sonoro proveniente dai due dischi... se con questa miscela riuscissimo a costruire strutture appena romantiche e abbondantemente psicopatiche, probabilmente saremmo vicini al plagio delle follie sonore contenute in Glad To Be Here.
Questa creatura impossibile é firmata Larsen Lombriki, formazione romana dal nome inspiegabile e adatta per animare un soffice piano bar durante una festa di maniaci, proponendo un cocktail sonoro dal sapore apparentemente dolce ma col retrogusto di benzina e con l'effetto di una scatola di lassativi.
Quattordici bibite invendibili servite da una band che non dà precisi punti di riferimento, regalando improvvise scariche elettroniche e minimali espansioni no-rock, aggirandosi con sorrisi dementi tra un pubblico in preda a sbadigli e balli convulsi. Si potrebbe dire altro, ma questo disco é talmente inutile che ve lo consiglio e basta...
Stefano Rocco (Rockit)

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